Accompagnati dal maestro Giuseppe Gregucci hanno voluto esprimere tutta la loro preoccupazione per un settore fortemente danneggiato dalle misure di contenimento della pandemia
L’arcivescovo li aveva ricordati nell’omelia della messa per il Corpus Domini: “Assistiamo a molte contraddizioni da un lato tante manifestazioni e dei luoghi pubblici ripropongono nella sostanza il consueto affollamento, dall’altro noi dobbiamo limitare con molto sacrificio ogni nostra attività di culto e le azioni pastorali. Ce lo impone il senso di responsabilità, di correttezza istituzionale e, soprattutto, il ricordo per le tante vittime del Coronavirus; ma sollecito con rispetto a una costante riflessione e rimodulazione delle direttive perché non si perda mai di vista che insieme a tutte quelle istanze pur giuste che tengono conto dei danni economici, siano sempre tenute in considerazione quelle che riguardano la privazione del senso di comunità, della frequentazione dei luoghi di formazione. A poco servirà questa tremenda esperienza se non saremo riusciti a ribaltare un sistema valoriale fatto di consumi e di priorità “mondane” a discapito degli indispensabili spazi di umanità, abitati dalla fede e dalla cultura. Abbiamo bisogno anche dalla festa del popolo, intesa come cifra identitaria, legame con le radici e le tradizioni. Sono dispiaciuto delle mortificazioni subite dagli operatori del comparto delle feste patronali e popolari. La tradizione propriamente cattolica è quella di riunire tanti aspetti della vita, di armonizzarli e non di contrapporli. Dobbiamo impegnarci per non disperdere un patrimonio senza del quale perderemmo una buona fetta del nostro essere pugliesi, del nostro essere gente di fede che vive le sue storiche manifestazioni di fede nel Sud Italia; non siamo in Svezia o al Polo Nord”.
Gli operatori delle feste patronali hanno colto la considerazione per il loro lavoro e la vicinanza di Sua eccellenza e, guidati dal maestro Giuseppe Gregucci, hanno chiesto di essere ricevuti.
All’udienza di ieri mattina hanno partecipato i rappresentanti dell’associazione nazionale Bande da giro, dell’associazione nazionale Spettacoli viaggianti, l’associazione Pirotecnici italiani, quella degli Illuministi di Puglia e quella degli ambulanti Pizzicati dal Salento.
Tutti hanno tenuto a sottolineare la grande disponibilità del vescovo Santoro per aver voluto ascoltare quali sono le gravi difficoltà di un settore che dà da vivere a molte famiglie e la preoccupazione per il rischio che la tradizione delle feste patronali, delle luminarie, dei fuochi d’artificio, della banda e dei mercatini, possa essere sostituita dalle sagre.
Si corre il rischio, hanno aggiunto, che finita la cassa integrazione senza che riprenda il lavoro in estate, in autunno i dipendenti non potranno nemmeno percepire l’indennità di disoccupazione.
Mons. Santoro ha ascoltato tutti con attenzione e ha sottolineato come la Chiesa ha sempre sostenuto la vita e la salute come valori non negoziabili e che non può certo metterla a rischio in questo momento così delicato: “non possiamo essere noi quelli che mettono a rischio la vita delle persone” ha detto l’arcivescovo.
Nell’organizzazione e nello svolgimento delle feste patronali ci sono diversi punti critici a partire dalla raccolta fondi che avviene perlopiù tramite il porta a porta, per arrivare alle processioni che inevitabilmente provocherebbero assembramenti.
Mons. Santoro ha pertanto suggerito che particolarmente quest’anno di fronte a tanto dolore in Italia e nel mondo, tutto sia improntato alla più grande sobrietà e ha suggerito alle associazioni di categoria di stendere una bozza di accordo di programma, un protocollo, che affidi alle amministrazioni locali la gestione dei festeggiamenti civili lasciando alla Chiesa quelli liturgici, fermo restando che resta problematica la reperibilità dei fondi, anche a seguito delle gravi difficoltà economiche che tutti i settori, anche le parrocchie, stanno vivendo. L’arcivescovo ha quindi suggerito ai rappresentanti del settore delle feste patronali di stendere questo accordo con gli enti locali e di consegnarlo nelle mani di mons. Negro che presiede la Conferenza episcopale pugliese.
Don Emanuele Ferro
Direttore del settimanale “Nuovo Dialogo”
Portavoce e Responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Arcidiocesi di Taranto