“Vorrei che giungesse alla famiglia del giovane Angelo Fuggiano il mio cordoglio unito a quello di tutta la Chiesa di Taranto. Angelo è l’ennesima vittima caduta sul lavoro nello stabilimento Ilva. È la preghiera di una comunità intera che piange un operaio poco più che un ragazzo con già una moglie e due piccoli da crescere.
Il lutto dell’intera città di Taranto s’imponga senza se e senza ma nel panorama nazionale, dove spesso la parola Ilva evoca solo una questione cocente, un dilemma politico, un punto di programma offuscando volti, storie, vite, generazioni intere di tarantini che rivendicano, oggi purtroppo con la gravità della morte di un giovane, cittadinanza piena e di primo piano, rispetto ai meri interessi di governo ed economici.
Le morti sul lavoro in un impianto così complesso non possono essere più imputate alla fatalità ma ad un sistema minato dalla precarietà che Andrebbe radicalmente riformato per creare condizioni di sicurezza per la vita e la salute di questi ultimi, gli operai, che stanno pagando da troppo tempo il prezzo più alto.
Al Signore, Pastore Eterno, affido Angelo, con l’abbraccio mio e della comunità dei credenti”.
Filippo Santoro,
Arcivescovo Metropolita di Taranto