Il 28 giugno 1978 moriva a soli 14 anni e mezzo, la Serva di Dio Paola Adamo, colpita da una epatite virale fulminante.
A distanza di quarantatre anni, il 28 giugno 2021 Sua Eccellenza monsignor Filippo Santoro presiederà l’insediamento del tribunale diocesano per la causa di Beatificazione e Canonizzazione della serva di Dio. A tre anni di distanza dalle pubblicazione dell’Editto con cui Monsignor Arcivescovo annunciava l’inizio di questo iter, dopo aver raccolto le diverse documentazioni custodite con grande diligenza dalla signora Lucia D’Ammacco, mamma di Paola, il Postulatore don Martino Mastrovito, dopo aver ottenuto il consenso dalla Congregazione dei Santi e Beati e della Conferenza Episcopale Pugliese, per volontà di Monsignor Filippo Santoro si terrà il rito d’insediamento durante il quale i membri del tribunale presteranno il solenne giuramento.
La figura di Paola per la sua profondità ci offre la possibilità di affrontare con i giovani, e non solo, temi quali: l’omologazione che lei denuncia in uno dei suoi temi scolatici, il bullismo nella scuola da lei combattuto attraverso l’inclusione e la solidarietà verso le compagne di classe che ne erano vittime, e le profonde riflessioni teologiche sull’esistenza di Dio, sulla redenzione, sul farsi prossimi e sulla comprensione degli altri, temi che emergono dai suoi scritti di bambina o ragazza adolescente.
Alcune massime : «Se Dio è la sorgente di tutte le cose, solo Lui ci potrà fare davvero felici!», «Se credi in Dio, hai il mondo in pugno».
ALCUNI CENNI BIOGRAFICI
Paola Adamo nacque a Napoli il 24 ottobre 1963, figlia di Claudio Adamo e Lucia D’Ammacco. Fu battezzata lo stesso giorno della nascita nella cappella della clinica Posillipo, dov’era venuta alla luce alle ore 3.
I genitori, entrambi architetti di professione, erano anche Salesiani Cooperatori e catechisti.
Amava tanto i genitori, a cui dedicava le sue poesie. Frequentò lezioni di danza classica e per tre anni praticò il nuoto. Suonava agevolmente la chitarra, felice di cantare e suonare per i suoi genitori.
La sua incontenibile gioia di vivere era espressa anche nei contatti con le sue compagne di classe, a cui voleva molto bene. Frequentò con profitto il Liceo Artistico «Lisippo» di Taranto, nel quale il padre era insegnante. In particolare, prediligeva la compagnia di ragazze un po’ emarginate dal resto della classe. Una di queste divenne in seguito la sua migliore amica, seconda solo ai genitori per quanto l’affetto.
Sensibile e intelligente, già a nove anni iniziò a scrivere un diario segreto. È una fonte di pensieri e massime, molto profonde a dispetto della sua età. Ne citiamo alcuni, scritti quando aveva tredici anni: «Aspetta con calma ed avrai tutto ciò che desideri». «L’uomo deve fare solo ciò che può fare e non ciò che vuole fare, altrimenti diventa solo causa di disastri». «Se Dio è la sorgente di tutte le cose, solo Lui ci potrà fare davvero felici!». «Se credi in Dio, hai il mondo in pugno».
Ogni sera leggeva qualche pagina della biografia di San Giovanni Bosco scritta dal cardinal Carlo Salotti e faceva l’esame di coscienza con molta attenzione. Lo scrisse in uno dei suoi componimenti: «Quando poi la sera, prima di addormentarmi, faccio il bilancio della giornata, mi rimane tanta amarezza per le ore libere che sono sfuggite così stupidamente e mi ritrovo con gli occhi pieni di lacrime».
Una mattina di giugno 1978, quando stava per terminare l’anno scolastico (era in II Liceo), Paola chiese ai genitori il permesso di non andare a scuola: diceva di avere un dolore al fianco destro. La madre acconsentì, mentre il padre, inizialmente, non le credette e le disse di andarci: come figlia di un insegnante, non doveva dare il cattivo esempio.
La sera del 9 giugno, mentre era seduta in poltrona, Paola sentì freddo: i suoi videro che aveva la febbre. Ciò nonostante, partirono ugualmente per Napoli, dove avrebbero dovuto trascorrere le vacanze.
Una volta tornata a casa, la sua situazione non migliorò: venerdì 23 giugno 1978 fu ricoverata in clinica. Il medico diagnosticò un’epatite virale, malattia che Paola aveva già avuto da bambina. Il giorno dopo la diagnosi fu confermata, ma la ragazza era ormai in stato pre-comatoso.
Dopo due ore di viaggio, fu riportata a Napoli: la sera del 25 giugno venne ricoverata all’ospedale Cotugno. Lungo la strada, Paola domandava: «Papà, perché siamo a Napoli? Papà, cosa ho di grave? Papà, ma quando guarirò? … ma guarirò? Papà aiutami!».
Il 27 giugno ricevette l’Unzione degli Infermi. Il giorno dopo era ormai grave: aveva un’epatite virale fulminante. Il padre cercò ugualmente di consolarla: «Coraggio, Paola, vinceremo». Lei, però, rispose: «No, papà, abbiamo perduto!». Fu portata in rianimazione, mentre i genitori aspettavano pregando. Qualcuno li raggiunse, in lacrime: «Paola non soffre più, è in pace. Da Dio».
Era il 28 giugno 1978: Paola aveva quattordici anni e otto mesi.
ITER POST MORTE
Fu sepolta inizialmente a Napoli; successivamente i suoi resti furono traslati presso il Cimitero “San Brunone” di Taranto, nella cappella di famiglia, al Campo 35.
A un anno dalla sua morte, Claudio e Lucia Adamo hanno affidato al libro «Dialogo con Paola» il messaggio d’amore rappresentato dalla vicenda terrena della loro figlia. È stato solo stata la prima di una serie di biografie che hanno contribuito a far conoscere Paola in Italia e non solo.
Nel 1998 si è poi costituito L’ «(E)laboratorio Amici di Paola Adamo», con lo scopo di raccogliere testimonianze, relazioni di grazie e documentazione che comprovasse la fama di santità della ragazza. Un concorso letterario, giunto alla quinta edizione nel 2018, ha contribuito a far riflettere i giovani sui temi a lei più cari.
A fronte della fama di santità che, a quarant’anni dalla morte, non è venuta meno, la diocesi di Taranto ha avviato le prime fasi per l’apertura della sua causa di beatificazione e canonizzazione. Il tribunale ecclesiastico di competenza sarebbe stato quello della diocesi di Napoli, dove Paola morì, ma il 28 marzo 2017 fù concesso il trasferimento a Taranto.
Il 26 aprile 2018, quindi, la Santa Sede ha autorizzato con il nulla osta per l’avvio della causa. L’8 settembre 2018 monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha promulgato l’editto per l’introduzione della causa.